di Francesca Bellola
Il design ha a che fare non solo con l’essere umano, ma con le sensazioni e le emozioni che rendono affascinante e seducente un progetto nella sua interezza. Le firme più autorevoli degli studi milanesi hanno conquistato il mondo grazie anche all’estetica, all’eleganza, alle forme assertive e alla giusta dose di passione ed alchimia nella scelta della qualità dei materiali.
Andrea Pellicani, designer, progettista d’interni, nonché artista a tutto tondo si esprime pienamente in questo target innovativo e internazionale, mantenendo un approccio selettivo grazie a un background importante e iconografico. La sua carriera trentennale, infatti, è costellata da incontri con nomi illustri che hanno contribuito alla sua formazione professionale. I suoi inizi, rappresentati da workshops con Jorrit Tornquist, Luca Scacchetti, Franco Raggi e Nanda Vigo, hanno permesso a Pellicani di stratificare i vari linguaggi rivolti ad uno sguardo multidisciplinare.
La sua attività è suggellata dalla collaborazione con il famoso architetto Ugo La Pietra, con cui segue tutte le più importanti attività, compresa quella di autore di testi. Nel 2015 firmano insieme il progetto allestitivo della grande mostra monografica per celebrare oltre cinquant’anni di carriera del maestro alla Triennale di Milano. Inoltre, si noti – l’anno successivo – un altro studio per l’allestimento espositivo di “Abitare è essere ovunque a casa propria” presso il MaGa di Gallarate.
L’autore lavora attualmente in piena autonomia, consapevole dell’enorme bagaglio artistico e culturale accumulato da queste sue esperienze. Tuttavia, conserva una visione umile, introspettiva e poetica del design e dell’arte, elaborata in maniera rigorosa.
La sua versatile produzione attinge ispirazioni e idee dai grandi artisti del passato. In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, Pellicani ha creato numerose opere su alcune tematiche del genio vinciano quali: il volo, le parabole dei proiettili dei mortai, gli ingranaggi necessari a far funzionare complicate macchine da guerra e non solo.
Le sue creazioni sono composte da materiali di recupero, pannelli di scarto per realizzare complementi d’arredo, orologi e infiniti oggettirelegati in cassetti abbandonati. Un pensiero forte per ridare vita a manufatti usurati dal tempo, ma contestualizzati nella sostenibilità, unica fonte per la salvaguardia del nostro pianeta.
Le sue opere hanno l’obiettivo di ridare dignità alle cose semplici e abbandonate, come metafora di un riscatto morale di tutte le persone non valorizzate e spesso dimenticate, ma indispensabili nella quotidianità con il loro supporto lavorativo.
L’uso sapiente dello spazio e della luce e la capacità di sviluppare la sua creatività, formano un’alchimia indissolubile che affiora in maniera raffinata e ricercata in tutte le sue creazioni.